W.O.I. – Watches Of Italy 2022

L’ora X che tanto stiamo aspettando da mesi si sta finalmente avvicinando. La terza edizione di W.O.I. – Watches Of Italy, la prima mostra-nazionale dedicata alla produzione orologiera italiana si terrà nei giorni di Sabato 15 e Domenica 16 Ottobre 2022 (ingresso gratuito, orario continuato dalle h.10:00 alle h.19:00) presso il Museo delle Macchine Agricole “Orsi” a Tortona, in via Emilia 446. I visitatori, al pari delle precedenti due edizioni, avranno modo di vedere, per la prima volta dal vivo, diversi modelli esclusivi, anteprime mondiali e nuovi marchi nel panorama del mondo dell’orologio che verranno svelati e presentati al grande pubblico proprio in occasione della mostra del 15 e 16 Ottobre 2022.

La principale novità di W.O.I. 3, quest’anno sold out già 3 settimane prima dell’evento e con ben 56 marchi presenti, è W.O.I. Talk, un momento di confronto e discussione che si terrà nella giornata di Domenica 16 Ottobre 2022 dalle ore 15.00 alle ore 17.30 al piano superiore del Museo Orsi, nel foyer appositamente allestito.

  • h 15.00/16.00 – Lectio magistralis – l’orologeria italiana: i suoi segreti e il suo futuro

Relatori: Prof. Ugo Pancani (Trainer Academy F.H.H. Genéve – Member Academy G.P.H.G.), Marco Mantovani (CEO Locman), Dott. Marco Carniello (Global Exhibition Director Jewellery & Fashion IEG/Vicenzaoro), Ing. Fabrizio Dellachà (organizzatore ed ideatore di Watches Of Italy).

  • h 16.00/17.30 – Open forum – Orologeria: ieri, oggi e domani

L’open forum sarà una piacevole occasione di confronto con il pubblico, per fare il punto della situazione. Analizzeremo i trend del mercato e la direzione che sta prendendo il comparto orologiero a livello globale. Interverranno come relatori alcuni tra i principali YouTubers italiani: Undersea-Time, Tempo e Misura, Wrist Addiction, Amico Orologiaio, Watch Maniac assieme a Stefano Carazzali, Direttore di La Clessidra dal 1945 e dell’Annuario-Marche di Orologi in Italia. Moderatore: Fabrizio Dellachà, organizzatore ed ideatore di Watches Of Italy.

Ad arricchire ulteriormente W.O.I. 3, ci saranno esposti, per tutta la durata della mostra, alcuni pezzi storici e rarissimi provenienti dal Museo dell’Orologio da Torre “Roberto Trebino” di Uscio (GE) a cura delle storica azienda Trebino 1824, fornitrice ufficiale del Vaticano e leader mondiale per gli orologi da torre e da campanile, per gli orologi stradali, ferroviari e floreali, per la progettazione di celle campanarie meccanizzate e per la fusione in bronzo di campane artistiche e cornici in fusione per orologi da arredo urbano esterno.

A tu per tu con Fabrizio Dellachà, creatore ed organizzatore di Watches Of Italy e Silvia Bonfanti, responsabile della comunicazione, press agent e social media manager dell’evento.

Dietro W.O.I. – Watches Of Italy, ricordiamo quest’anno sold out con ben 56 marchi presenti, ad organizzare e gestire il tutto ci sono solo due persone: Fabrizio Dellachà, ideatore di WOI e Silvia Bonfanti, giornalista di settore.

Da qui l’idea di conoscerli un po’ meglio, al di là del loro ruolo.

Passione per l’orologio. Da quando e perché…

FD: Sono sempre stato affascinato dalla meccanica: lego technic, meccano, tralix da bambino. Vecchie sveglie, giocattoli meccanizzati ed elaborare il motorino da adolescente. Termodinamica, motorsports, tecnologia bellica ed orologi da adulto. E’ stato naturale finire a Pavia a fare Ingegneria. Con un padre architetto, mi sono però iscritto a Edile/Architettura. Ricordo nitidamente il Bulova Accutron 214 a diapason di mio nonno paterno Giulio ed il Milus Archimedes Supercompressor con cassa EPSA di mio nonno materno Lorenzo. Li ho ancora entrambi. La “malattia” del collezionismo è arrivata dopo i 16 anni e da allora non sono mai più guarito…

SB: Il mio primo orologio mi venne regalato in terza elementare: quadrante in smalto, carica manuale. Crescendo mi appassionai sempre più. L’orologio è affascinante e misterioso; il suo cuore meccanico è per lo più custodito in un fondello chiuso e, anche quando questo è aperto, non è alla vista di tutti. Un parallelismo perfetto con quello che siamo noi: un volto ed un’anima.

Come è nata l’idea di questa collaborazione professionale tra voi due?

FD: Dal 1994, ossia da quando ho la patente, frequento raduni, fiere, mostre, mercatini, presentazioni e sono stato a tantissimi incontri, cene/scambio, conferenze ed ho diversi amici che lavorano nel settore; chi come tecnico orologiaio, chi come progettista, chi come addetto alle macchine a controllo numerico. Avido lettore di libri, cataloghi e riviste di settore, frequentatore di diversi forum (anche esteri), negli anni sono entrato anche in contatto con alcuni insider del mercato e CEO di aziende orologiere note incontrati ai vari eventi e sui social/forum. Seguivo Silvia perché scriveva su un bel portale che trattava di orologi e motori, le mie grandi passioni (assieme agli sport da combattimento). Appena ho avuto l’idea di raggruppare gli operatori italiani dell’orologeria, mi è sembrato quasi naturale rivolgermi a lei senza nemmeno valutare altri giornalisti. Idea che si è rivelata vincente: ci siamo subito trovati allineati negli obiettivi, deontologicamente e anche a livello interpersonale.

SB: Fino a più o meno quattro anni fa non ci conoscevamo nemmeno di persona. Venni contattata da Fabrizio perché voleva parlarmi del progetto di Watches of Italy: ancora in fase embrionale, con budget limitatissimo e zero “poteri forti” alle spalle. Trovai l’idea brillante, una vera sfida. Amo mettermi alla prova e quale sfida migliore di quella? Rimanere nel mio amato mondo delle lancette, rispolverare un passato da ufficio stampa ed organizzatrice di eventi, senza dimenticare il mio essere giornalista.

Lavorare a ritmi serrati e spesso snervanti ha mai creato dissapori tra di voi?

FD: No, siamo entrati subito in sintonia e siamo andati spediti già dal primo giorno verso l’obiettivo senza mai avere problemi di sorta. Io sono schietto, pragmatico e puntiglioso. Forse un tantino workaholic, ma la mia determinazione è granitica e la mia passione per l’orologeria è genuina ed incrollabile. Silvia è paziente, precisa, sempre pronta a fornire spunti interessanti e costruttivi. Direi che siamo stati fortunati entrambi a trovarci per caso.

SB: Strano a crederci ma no. Mai nessun dissapore. Stento a crederci pure io, ma è così. Le differenti competenze professionali e peculiarità caratteriali si sono ben incastrate dando vita ad una squadra, o meglio, un duo di lavoro molto coeso. Ci uniscono tante cose: il lavorare per obiettivi con rigore, etica ed onestà, la voglia di dare sempre il meglio ed il guardare nella stessa direzione con umiltà e consapevolezza delle nostre potenzialità.

Cosa pensate uno dell’altro?

FD: Inizialmente ero talmente focalizzato su WOI che mi rivolgevo a lei parlando sempre e solo di lavoro. Poi, col passare del tempo, siamo diventati amici ed ho avuto modo di apprezzarla anche umanamente. Apprezzo molto la sua etica, che si trasferisce anche sul suo modo di lavorare. Mi piace anche che sia genuinamente appassionata di orologi, così da poterci confrontare a 360° su marketing, design, tecnica e comunicazione, saltando da un argomento all’altro senza problemi.

SB: Fabrizio ha una cultura generale che supera di gran lunga la media ed uno humour a tratti diciamo British. Una persona, ormai un amico, con la quale è un piacere lavorare. Caratterialmente siamo diversi e questo si è rivelato un grande valore aggiunto in questa avventura professionale.

Soddisfatti di quest’avventura di successo giunta alla sua terza edizione?

FD: Ogni anno è sempre meglio: si affina il meccanismo organizzativo, ci inventiamo sempre qualche primizia e novità ed ampliamo progressivamente il numero di espositori e di visitatori. Ora il problema è capire dove metterli nelle prossime edizioni! Il Museo Orsi infatti non è più sufficiente ad ospitare tutti… e quest’anno mi sono trovato nella non piacevole situazione di dover dire di no a qualcuno.

SB: Molto. Credo che, in sole due persone a seguire il tutto, più di così non avremmo potuto fare. L’obiettivo comune resta comunque quello di fare sempre meglio. Uno dei miei mantra è: “Sognare e puntare in alto rimanendo sempre con i piedi ben ancorati a terra”.

Continuerete a lavorare insieme? Altri progetti in cantiere?

FD: Come ho già riportato su www.watchesofitaly.com l’obiettivo principale è quello di creare una rete sempre più ampia a livello nazionale e di riuscire sotto l’unica bandiera di Watches Of Italy ad essere presenti ed attivi nei principali eventi espositivi italiani e come gruppo, di riuscire anche a presenziare ai grandi appuntamenti internazionali che notoriamente sono estremamente onerosi per un singolo brand di piccole dimensioni. Il mio obiettivo è che i microbrand smettano nel più breve tempo possibile di restare “micro” e possano crescere per diventare player del mercato senza doversi più rivolgere al crowfunding. Sto anche già lavorando attivamente per rivitalizzare il comparto nazionale industriale della micromeccanica di precisione ed avere finalmente una filiera orologiera italiana, che possa coprire le necessità del settore in modo indipendente ed il più possibile autosufficiente. Ultimo obiettivo, ma non meno importante, è quello di istituire sinergie con la scuola secondaria di secondo grado (le superiori) ed avviare un corso di diploma sperimentale di “liceo dell’orologio“ che possa formare tecnici diplomati che siano in grado di svolgere le più svariate operazioni che fanno parte della professione orologiera: cassaio, lapinista, restauratore, tecnico riparatore, quadrantista, operatore di macchine ad alta precisione, disegnatore CAD/CAM, renderista 3D, incisore, smaltatore, finisseur, régleur, assemblatore, etc. So che Silvia è già impegnata in altre attività giornalistiche e di comunicazione con alcuni brand, ma spero che sia disponibile ad essere coinvolta anche in questi progetti, perché il suo apporto finora è stato davvero prezioso.

SB: Si, senza dubbio continueremo a collaborare insieme. Come dicono gli inglesi: “With time we will see” 😉

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